28 febbraio – 3 marzo 2023: è tornata la fiera spagnola.
La bella Valencia regala un clima meno dolce del solito, in tutti i sensi.

CAPITOLO 1: 2023 BACK IN VALENCIA.

Atterriamo a Valencia con tanta curiosità. Nella mente abbiamo le atmosfere positive di Cersaie 2022, dove il ceramismo italiano tirava un sospirone di sollievo, dopo aver affrontato e superato le mortifere tempeste argillo-gassose.
Eravamo abbastanza curiosi sul Cevisama perché a Cersaie alcuni stand di brand ispanici avevano dato l’impressione di ridurre lo storico gap rispetto al made in Italy, di qui l’aspettativa di vedere cosa fanno a casa loro e il livello generale.

A Bologna – Porcelanosa a parte – almeno una decina di aziende spagnole avevano mostrato spazi ben allestiti e configurazioni di prodotto “che nulla avevano da invidiare, anzi”. La buona visibilità e il confronto face-to-face con i “nostri” era agevolato anche dal posizionamento nei quartieri privilegiati della fiera, favoriti dagli spazi liberati dal forfait dei noti brand italici, oltre che dal sorgere di nuovi padiglioni.

A seguire trovate quindi il racconto e le immagini di quello che abbiamo visto e sentito, chi ci conosce sa che non pretendiamo di essere tecnici ed esperti, ma di dare le nostre impressioni personali e soggettive.

LA GRANDE FUGA.

Il dato fondamentale è che la fiera ha visto la defezione di importantissimi big spagnoli, primo su tutti Pamesa, presente invece alle edizioni scorse.

Innegabile che si sia trattato di una fiera fortemente ridimensionata nella sua estensione e altrettanto impoverita nel tenore degli allestimenti. Le assenze erano molto più evidenti rispetto a Cersaie, ma è l’impostazione generale della fiera e le dinamiche delle merceologie esposte a sollevare perplessità.

Il mood generale si mostrava un po’ desolato con padiglioni diradati o svuotati in seguito alla diminuzione delle aziende espositrici. A questo si è aggiunto un inatteso meteo-disagio con la temperatura di alcuni padiglioni insolitamente fredda, che imponeva abbigliamento adeguato, altro che primavera in anticipo.

Rispetto alla edizione pre-pandemia è anche scomparsa la grande e accogliente area destinata al food e alla convivialità, con food-truck di ogni tipo e maxi-padellate di paella distribuita gratuitamente a tutti; negli stand, poca o zero animazione e nessuna traccia degli show-cooking (che erano ovunque).

Lo scenario ci fa interrogare su quale futuro e che ruolo avrà questa fiera e in generale le fiere di settore, così come sono impostate ora. E’ possibile che ci si aspetti qualche cambiamento. Non abbiamo avuto modo di visitare gli open-house delle aziende non presenti che accoglievano i clienti presso le loro sedi. Immaginiamo che il canovaccio sia stato un po’ quello visto in Italia, forse ancor più festaiolo.

Per concludere, se il modello fiera per diversi settori si è modificato cedendo il passo ad assetti alternativi, è pur vero che sono situazioni con dinamiche diverse dal nostro settore. Il made in Italy ceramico, fatto di innovazione tecnologica e avanguardia stilistica non deve rinunciare a momenti di esposizione come le fiere, che diventano anche momenti di condivisione. Semmai, l’impoverimento delle fiere come Cevisama afferma con ancora più forza l’unicità e l’insostituibilità del nostro Cersaie.

Nelle immagini, il padiglione 4 con abbondanti spazi aperti, parzialmente colmati dalla presenza di aziende indiane.

KERABEN: IL FUORI-FIERA DENTRO LA FIERA

Vale la pena di parlare subito della originale soluzione del gruppo Keraben, che ha allestito in un padiglione “satellite” della fiera, accessibile anche in modo indipendente, uno spazio espositivo che sarà utilizzabile non per 5 ma …per 365 giorni.

Lo spazio, chiamato “The Square” sarà attivo fino al 2024 e sostituirà in toto la showroom aziendale nella sede di Nules, in ristrutturazione. Nella seconda parte del report aggiungiamo immagini e una descrizione più approfondita.

Questa inedita soluzione ammortizza l’investimento fieristico in modo completamente diverso, costruendo una struttura espositiva importante che sarà sfruttata per un anno, con modalità diverse e in parte da scoprire.

Ci domandiamo se l’operazione non possa essere in qualche modo replicata anche a casa nostra, nel quartiere fieristico Bolognese dove esistono padiglioni periferici e ormai dismessi che magari potrebbero essere utilizzati in questo modo.

A chi potrebbe interessare? Sono parecchie le aziende italiane che non dispongono di sedi di rappresentanza con showroom galattiche né risorse e capacità attrattive per sostenere da sole un open-house alternativo alla fiera. Altre hanno la sede lontana dal cuore del distretto e sono molto penalizzati nel giro delle visite di clienti e architetti, sia nel periodo-fiera che in altre occasioni durante l’anno. Ecco che riconfigurare la presenza a Cersaie con un bel temporary-space visitabile tutto l’anno, comodo anche per i visitatori stranieri che transitano dall’aeroporto di Bologna, si presterebbe a diversi tipi di iniziative lungo quattro stagioni e, fantasticando, anche a qualche iniziativa in ottica B2C.

GLI ITALIANI

In generale, i commenti da parte degli italiani che abbiamo incontrato tra i corridoi non sono stati positivi, una presenza che fatica a giustificarne i costi e che probabilmente non sarà ripetuta da tutti.

Qui a Valencia espongono anche alcune aziende italiane, spesso puntando su materiali originali per caratterizzare la loro presenza.

Tra le proposte che hanno catturato la nostra attenzione spicca il progetto di carte da parati di Terratinta Group che presentava nel brand Sartoria alcune gamme di decorazioni. Queste erano presentate in abbinamento a prodotti ceramici della gamma Terratinta creando quanto meno un accostamento nuovo e inesplorato.

CAPITOLO 2: A SPASSO PER LA FIERA

TERRAZZI, GRANIGLIATI E CEPPI.

Tra le tipologie più presenti visitando la fiera inseriamo l’ispirazione terrazzo-granigliato, ceppini e cepponi, utilizzati anche a rivestimento in alcuni casi con buoni risultati creativi.

Irrompe anche in Spagna l’uso delle applicazioni digitali materiche e in particolare di graniglie sbriluccicose: in alcuni casi producono ottime sinergie con la grafica e accentuano la percezione materica, altre volte un uso bulimico delle graniglie sconfina in una sovrafinitura ai limiti del controproducente.

Arcana espone alcune riuscite interpretazioni delle graniglie che producono un piacevole risultato sul pavimento dello stand e una gradevole interpretazione del battuto veneziano. La presentazione del complesso risulta attuale ed elegante, con prodotti che mostrano un certo carattere.

EFFETTO BAMBU’

Tra i filoni più esplorati in ceramica va sicuramente inserito il legno, oggetto di una ricerca estrema alla ricerca di nuove ispirazioni e sfaccettature. Ricordiamo a Cersaie gli interessanti progetti di legni lucidi ispirati al mondo della nautica. In Spagna abbiamo invece notato alcune aziende prendere la direzione del bambù (che non è esattamente un legno ma un’erba legnosa) sia come interpretazione grafica che come interpretazione materica, con esiti altalenanti fra loro.

PERONDA Presenta con sobrietà e gusto i suoi prodotti e qui abbiamo visto l’interpretazione migliore e più affine al nostro gusto del bambù, dove l’ispirazione evocativa si sviluppa nel formato e nella struttura.

MAINZU Invece porta una rappresentazione del bambù molto realistica e caratterizzata, non adatta a tutti i palati.

RIVESTIMENTI WALLPAPER

Nei progetti da rivestimento si consolidano e trovano grande spazio le decorazioni ceramiche in stile wallpaper. Queste sono presenti su molti stand con aree dedicate. Come ampiamente visto anche a Bologna le ispirazioni sono di vario genere e livello, spaziando dai fiori al fogliame, con anche animali e persino pesci. I risultati sono nel gusto molto soggettivi, non manca qualche antiestetico effetto “timbrato” accentuato dalle ampie campiture espositive.

CERACASA dedica un importante spazio ai decori, presentati anche a pavimento, con qualche spunto interessante negli accostamenti cromatici.

APEGRUPO mette in vetrina decorazioni in grande formato, le grafiche si esprimono a tutto tondo, con alcune realizzazioni più vicine ai nostri standard.

GRANDI LASTRE E FULL BODY

Queste tipologie, che identificano l’avanguardia tecnica ed estetica del settore ceramico, a Bologna erano onnipresenti ed esposte con enfasi comunicativa, mentre qui a Valencia erano decisamente marginali e poco rappresentate.

Lo spazio NEOLITH era uno dei pochi ad esporre le lastre in modo impattante. In questo stand una centrale e imponente struttura sospesa, integralmente rivestita di lastre, lasciava completamente aperto come una piazza l’area sottostante. Qui anche l’unica presenza trovata in tutta la fiera di un live show (la decoratrice). L’edizione scorsa che avevamo visitato era invasa quasi ossessivamente di cooking live show, completamente scomparsi in questa edizione.

Effetto onice e marmi pregiati da BALDOCER, in maxi lastre e formati classici, con alcuni prodotti che appaiono di buon livello come equilibrio cromatico e venature, altri che ci appaiono un po’ forti.

Da UNDEFASA abbiamo trovato l’unico esempio di “full body” presentato in fiera nel progetto SOLID+.

CIOTTOLATI E PALLADIANE

Tra i prodotti meno “soliti”, MIJARES CERLAT ha proposto progetti di ciottolati e palladiane con un discreto risultato estetico complessivo, grazie anche a strutture dal rilievo molto accentuato. Una tipologia non certo innovativa e più riprese reinterpretato nei decenni passati, se non altro uscivano un po’ dal coro dei prodotti.

ABBINAMENTI CROSSOVER

Il tema degli accostamenti tra collezioni e materie – onnipresente a Bologna – trova una collocazione naturale anche tra le aziende spagnole, soprattutto quelle che hanno progetti di rivestimenti a cui possono abbinare diverse collezioni come pavimento.

Ormai siamo visivamente abituati a questa logica di abbinamenti, più dinamica e creativa, al punto che le stanze monoprodotto ci appaiono monumentali e pesanti.

UNDEFASA si distingue per i setting con prodotti ben abbinati e un discreto livello nello styling.

ROCA punta sulla sobrietà con accostamenti delicati in tinte pastello e polverose.

MAINZU invece presenta accostamenti iperdecorati e visivamente meno riposanti.

PROGETTI OUTDOOR, DECKING, FACCIATE E SISTEMI DI RECINZIONE

Interessanti in diverse aziende i progetti strutturati per l’outdoor con gamme di pezzi speciali per muretti o piscine molto ricchi. Particolari e ben esposte le proposte effetto decking in sopraelevato.

A corredo delle ricche gamme da esterno erano presenti anche sistemi per creare pareti divisorie in ceramica estrusa. Sistemi composti dalla finitura ceramica e da una parte metallica portante.

EXAGRES aveva un ampio progetto outdoor dove spiccava un deking (exadeck) con posa galleggiante dal buon effetto estetico. Realizzati in klinker estruso l’azienda offre pavimenti e rivestimenti per esterni, facciate e piscina. La gamma è molto ricca fino ad offrire prodotti decorati, e si avvale di un universo di pezzi speciali ben presentato.

All’interno dello stand trova rilievo anche un progetto per le pareti divisorie corredato dal sistema portante e vari accessori.

Anche NATUCER ha portato il suo progetto di Decking galleggiante.

LE PARETI VENTILATE (fatte con estrusi)

Forse distratti da altri prodotti, non avevamo notato in precedenza progetti così articolati per le pareti ventilate, realizzate con estrusi ceramici. Questi pur mantenendo le caratteristiche di resa grafica della materia, conferiscono ai progetti una tridimensionalità davvero interessante.

GRESMANC Group porta il suo importante progetto di pareti ventilate fatto con estrusi. La ceramica è trattata antibatterica. Qui finalmente pareti ventilate che acquistano una tridimensionalità molto interessante.

PIETRE STRONG

Sono innumerevoli le proposte di pietre dal carattere forte, non sempre accompagnate da una equilibrata distribuzione della grafica nel posato. Ci ha colpito questa particolare “pietra corten-brillantinata“ di FANAL.

CAPITOLO 3. LE NOSTRE NOMINATION

Dulcis in fundo – o quasi – ecco le nostre nomination per gli allestimenti più interessanti e gradevoli.

All’interno dello stand PERONDA si accede all’area COTTAGE che ha anche un ingresso dedicato. Questa ci appare davvero gradevole, con un’atmosfera calda e avvolgente, insomma una delle nostre preferite. Interessanti accostamenti con ambientazioni dal sapore retrò, forse non per i nostri mercati di riferimento ma di gusto e personalità. Tutto sommato il risultato è molto gradevole.

Alla VIVES i prodotti hanno forte carattere, riuscire a coniugare diversi prodotti dal carattere deciso in un’area relativamente piccola non è impresa semplice, ma tutto sommato la presentazione è ordinata e riuscita. Qui c’è una interessante interpretazione del rivestimento tipico spagnolo coniugando strutture, decori e colori. Interessante il progetto Filippo Soul con questi rivestimenti pop che possono caratterizzare un ambiente con un sobrio accostamento (facendo attenzione alla misura per non scadere nel poptrash). Nella homepage del sito web si può trovare il video completo dello stand, secondo noi molto interessante.

Il nostro personale best in class rimane sempre HARMONY che, con le dovute proporzioni, potrebbe essere inquadrata come la versione spagnoleggiante della Mutina. Lo stand quest’anno presenta con sobrietà e buon gusto alcuni progetti di importanti designer. Un paio di soluzioni per pareti divisorie presentano un tipo di prodotto poco considerato dalle italiane, forse perché troppo di nicchia.

LO SPAZIO KERABEN: IL FUORI-FIERA IN FIERA.

Come anticipato in apertura, merita attenzione lo spazio KERABEN GRUPO che si colloca all’interno dell’area Cevisama ma ai margini rispetto agli 8 padiglioni (4 per piano) della struttura principale. Dall’ingresso ufficiale della fiera diversi cartelloni pubblicitari invitano a visitare l’area 6. A richiamare ulteriormente l’attenzione era presente anche un piccolo desk Keraben in una zona di forte passaggio.

L’allestimento di Keraben Grupo si presenta bene con un buon respiro. Tre aree distinte presentano i brand Keraben, Metropol e Ibero. Questo spazio espositivo è ribattezzato “The Square – Valencia show room” e resterà allestito per essere utilizzato come show room appunto per tutto l’anno. L’area espositiva gode infatti anche di un proprio accesso indipendente dal quartiere fieristico con tutti i necessari servizi collegati e svincolati.

Il look generale esprime buon gusto, tutto sommato i prodotti sono ben realizzati e ben presentati con alcune proposte interessanti soprattutto da rivestimento.

C’è forse un po’ di difficoltà a percepire valori e posizionamenti dei 3 diversi brand che tendono a sovrapporsi. Questo aspetto – va detto – non è infrequente anche per diverse aziende italiane, e non va letto come una carenza nelle strategie di marketing ma piuttosto come strumento per cogliere le opportunità offerte dal mercato.

Il posizionamento di ciascuno dei tre brand è identificato da un claim, che mette il focus sulle aspirazioni e le aspettative dell’utilizzatore finale:

  • Metropol – a reflection of your style
  • Ibero – a reflection of your creativity
  • Keraben – a reflection of your elegance

CAPITOLO 4. SANGRIA FINALE

Nel tentativo di distinguersi o di orientarsi verso i gusti di mercati meno battuti, qua e là ci sorprendono prodotti e allestimenti dal carattere molto acceso, singolare o inconsueto. Al di là della realizzazione tecnica, il livello di gradimento è decisamente soggettivo.

Tra i padiglioni passiamo in rassegna superfici con colori accesi distribuiti a goccioloni o ondulazioni casuali a metà tra i quadri in stile Action-painting di Jackson Pollock e la nebulosa di Orione.

Accanto, un granigliato rarefatto disseminato da inserti tipo agata che da lontano sembrano dischi volanti o conchiglie.

Infine una ricca gamma di esagone decorate disposte in una conformazione che ai maliziosi desta più di un sospetto.

Sensazioni tra optical e psichedelia con composizioni e colori per cuori impavidi.

Menzione speciale per i portavasi a forma di panchina appesi sul pannello (rubati alla nonna?).

Poco distante ci colpiscono applicazioni di grafica e graniglie digitali in modalità fast and furious, ma anche esagone con decori s-componibili che creano disegni pseudo-farmaceutici.

Lo styling e l’oggettistica in molti casi ha dato spazio alla creatività individuale, evitando di conformarsi ai canoni italiani che prediligono arredi modaioli e di tendenza. Ecco quindi a sorprenderci i formiconi giganti, le papere volanti, la lampada palmata.

E infine, i mazzi di fiori disposti in stile loculo e le composizioni di pesci e cucchiai.

Chiudiamo regalando un decoro che è un inno al pover flower.

CAPITOLO 5. VALENCIA TILE-TOURIST STARTER PACK

Volendo premiare chi è giunto fino a questo punto, ecco i nostri personali consigli che vanno a definire il VALENCIA STARTER PACK per una city- experience del turista tile-addicted.

In veste di turisti ceramici, dopo un giorno di fiera abbiamo visitato abbondantemente tutti gli stand presenti, meritandoci quindi una giornata da vero turista. Come dei valenciani “local” ad honorem, ci permettiamo di suggerire le 7 cose da non perdere.

1. PANINO JAMON Y QUESO AL MERCATO CENTRAL.

Imperdibili: sia il mercato che il panino.

Panino jamon y queso

2. PASSAGGIO DALLA PELUQUERIA

Ognuno ha le sue debolezze, non aspettiamoci miracoli ma una pausa tra sforbiciate e sorrisi.

Peluqueria hair styling

3. SALITA SULLA TORRE DELLA CATTEDRALE

Stupendo panorama a 360° su una città stupenda.

Catedral

4. I FUOCHI PER L’APERTURA DE “LAS FALLAS”, DA VERO “LOCAL”

Las Fallas è un evento indescrivibile che ha il clou 19 marzo ma si festeggia dal 1°.

Ogni giorno alle 14 sparano i fuochi dalla piazza principale. Sì, di giorno.

Fuochi artificiali Las Fallas

5 APERITIVO CON DUE TAPAS E UNA CAGNETTA

La caña è la birra alla spina, da accompagnare con deliziose tapas variopinte.

Niente a che vedere con le nostre olive e patatine tristi.

Cerveza e tapas

6. CENA IN UN QUALSIASI RISTORANTE DEL CENTRO

Le vie animatissime brulicano di ristoranti per tutti i gusti e le tasche.

Downtown dinner

7. FAR SERATA AL NUOVISSIMO LOCALE

Dove dare il peggio di sé, tanto c’è sempre qualche sassolese che conosciamo.

Valencia night fever

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