Cosa abbiamo visto di bello?
Un’edizione che verrà ricordata per il profluvio di grandi lastre ceramiche
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Indice
Capitolo 0. PER CHI CI LEGGE PER LA PRIMA VOLTA
Capitolo 1. PER CHI CI LEGGE PER LA SECONDA, TERZA O QUARTA VOLTA
Capitolo 2. TRE COSE DA SAPERE
Capitolo 3. PRIMA DI ENTRARE… TRADIZIONE E TENTAZIONE/a>
Capitolo 4. THE YEAR OF THE SLABS
Capitolo 5. TENDENZE
Capitolo 6. COSA CI È PIACIUTO
Capitolo 7. GLI STAND: OVERVIEW E NOMINATION
Capitolo 8. MACEDONIA FINALE E TILADVISOR
0. PER CHI CI LEGGE PER LA PRIMA VOLTA.
UFO-Un Format Originale srl è una agenzia di comunicazione focalizzata su ceramica e interior design. Siamo a Maranello ….e sul web. Per formarci e informarci visitiamo mostre e fiere di settore in Italia e all’estero.
Dietro suggerimento dei nostri clienti, da qualche tempo raccogliamo le nostre osservazioni in un report informale e riservato, che condividiamo con clienti e amici.
Se stai leggendo questo documento è perché sei nella nostra mailing list o siamo in contatto attraverso le piattaforme social. Leggi le 3 cose da sapere (sotto) e poi, se ti fa piacere, anche il resto.
1. PER CHI CI LEGGE PER LA SECONDA, TERZA O QUARTA VOLTA.
Ormai è una tradizione. Abbiamo iniziato con Cersaie 2017 a mandare un racconto (molto informale) di cosa abbiamo visto e cosa ci ha colpito. Abbiamo raccontato Coverings 2018, visitato alcune tra le più importanti showroom di New York City, il Salone del mobile di Milano e il Fuorisalone.
Dai commenti e dalle richieste, anche in questi giorni di fiera, ci sembra di capire che il nostro piccolo report sta diventando un appuntamento gradito quindi (diabolicamente) perseveriamo.
2. TRE COSE DA SAPERE
- Qui non trovi “la verità”: non c’è nulla di scientifico o statistico ma solo un insieme di considerazioni scaturite da un’osservazione ampia ma inevitabilmente parziale e soggettiva.
- Alcune aziende sono nostre clienti (per fortuna) ma ci sforziamo di guardare tutto come un osservatore esterno, che non è stato coinvolto in prodotti e progetti: siamo imparziali e ”ignoranti”. Quindi non citeremo e non diamo rilevanza a progetti seguiti in parte o del tutto da noi.
- Non ci prendiamo troppo sul serio: stiamo facendo quattro chiacchiere tra amici e colleghi, il tono è amichevole, informale e qualche volta ironico.
3. PRIMA DI ENTRARE… TRADIZIONE E TENTAZIONE
Prima di entrare, c’è la forte tentazione di una puntatina al gioco delle tre carte, come da tradizione secolare ci sono due o tre workstation complete di tavolino in moquette e cast al gran completo (croupier + scommettitore + tre-quattro comparse che attaccano discorso coi passanti). Ma fare una bella retata no?
Foto 1-2 Gaming workstation. Foto 3-4 Giocatori dubbiosi
4. THE YEAR OF THE SLAB
Il 2018 sarà ricordato come “the-year-of-the-slabs”… Se l’anno scorso le maxi-lastre sembravano ancora privilegio di pochi, nel 2018 vagando per i padiglioni si rischiava l’indigestione da Carrara-macchia-aperta, tantissimi gli stand con almeno qualche lastra appiccicata al muro. Il ritornello ricorrente nei commenti era “ma è tutto uguale… noi compresi!” e si riferiva parecchio a questi formati.
Nei fatti, il maxi formato impone come “obbligatori” alcuni colori e tipologie, che tra i vari stand si ripetono, con una sensazione di deja-vu quasi ossessiva verso il bianco Carrara.
Se vogliamo identificare un altro colore trendy-2018, quasi tutti i big presentavano un marmo nero, più o meno riuscito. A corredo nella gamma “must-have” il marmo grigio chiaro e poi cementi, resine (e cemento resinato, resina cementata) e magari un corten.
GRANDI LASTRE: COSA C’E’ DI INTERESSANTE
In ambito lastre, un informale plebiscito tra addetti ai lavori incorona “best in show” gli onici targati Iris Ceramica Group-FMG, ben valorizzati e protagonisti in uno stand tra i più scenografici. Effetto di profondità e bellezza delle sfumature sono ancora un benchmark da raggiungere, altri brand hanno presentato interpretazioni di onici ma non proprio allo stesso livello (Emilgroup tra i best followers).
Lastre con look “decorativo”.
Oltre ai marmi e alle pietre, sempre riferimenti centrali nell’assortimento, alcuni brand hanno cercato di mettersi in evidenza con soluzioni di nicchia ma comunque originali e caratterizzanti. Da segnalare le microtexture di Fioranese e le lastre marmoree policrome effetto intarsio geometrico di Abk (un po’ strano fare una grande lastra che simula pezzi di marmo più piccoli). Lo stesso brand presentava anche lastre con raffigurazioni esotiche tipo wallpaper. Da segnalare infine una rivisitazione del marmo bianco stilizzato con venature oro (Refin)
Foto 1-2-4-5 ABK. Foto 3 Fioranese. Foto 6 Refin.
Lastre con look marmo.
Nei maxi formati il look marmo rappresenta circa il 60-70% delle proposte.
Facendo una bella panoramica, apparivano ben fatte e con un pizzico di originalità diverse proposte di Emilgroup (con il brand dedicato Level) così come l’onice che rivestiva l’esterno dello stand Fiandre (e un bel beige all’interno) ma anche le scenografiche pareti curve dello spazio Ariostea. Oltre ai “soliti noti” abbiamo notato altre proposte interessanti, da brand italiani e non.
Allo stand AVA tipologie best-seller ben fatte e qualche colore originale, come allo spazio Florim, con un bel giada-nocciolato. Un bianco “non Carrara” (alleluia) alla Keope. Tra gli stranieri pericolosamente di buon livello, Apavisa con una discreta gamma di marmi dai colori non banali e un bell’effetto di profondità (ci scusiamo per la bruttezza delle foto). Anche brand semisconosciuti come Quadra si presentano con appariscenti venature che si raccordano su 4-5 lastre. Originale anche la soluzione di Fondovalle che propone un bookmatch esteso su tutta la stanza, su un colore marrone (non il solito bianco, alleluia) con una venatura semi-stilizzata che va a disegnare sulle pareti una sorta ti effetto wallpaper.
Foto 1-2-3-4 Emilgroup. Foto 5 AVA. Foto 6 Florim. Foto 7 keope. Foto 8-9 Apavisa. Foto 10 Quadra. Foto 11 Fondovalle.
Look pietra, cemento &C.
Spigolando qua e là tra gli stand, ci è piaciuta molto una pietra di Living Ceramics (Spagna) che nell’ambiente intero ha un aspetto molto elegante e minimal, con pareti unite a fuga zero, mentre avvicinandosi mostra una texture che riproduce i segni della lavorazione manuale della pietra. Anche il resto dello stand era di livello notevolmente alto e raffinato. Interessante anche una interpretazione di argilla cotta, fiammata o lavorata di Caesar, mentre Gigacer dedica una linea a LeCorbusier e mette in mostra lastre “unplugged”che (sembra) non abbiano interventi di stampa digitale.
Foto 1-2 Living Ceramics. Foto 3 Caesar. Foto 4-5 Gigacer.
5. TENDENZE
GRANIGLIATO IN SALSA MISTA
Il tema del granigliato, nella versione classicamente ispirata al battuto veneziano – genovese, o interpretato in modo più stilizzato è forse il filone che caratterizza quest’anno… o meglio il biennio 2017-2018, visto che già nella scorsa edizione brand di primo livello (Atlas-Florim) vi si erano cimentati.
Due aziende come Marazzi e Sant’Agostino hanno dedicato spazi importanti a questa tipologia, associandovi una importante apparecchiata di decori in stile cementina (Marazzi) ma anche con soluzioni più articolate (Sant’Agostino) che propone varie ispirazioni e stili, dai disegni-cementina su formati XL, alle cornici decorative del seminato veneziano, dai mosaici mix esagonali a pattern grafici quasi Memphis-Style (corrente di design della Milano anni 80-90).
Altri brand hanno proposto interpretazioni più libere o stilizzate del granigliato e delle sue decorazioni. Di ottimo impatto nei commenti di “radio fiera” il pavimento dello stand Iris Ceramica (con una graniglia più corposa e caratterizzata, in tre finiture), mentre il pavimento dello stand Fondovalle offriva una sorta di ciottolato stilizzato, monocromatico e lucido. Alla ABK, un pavimento 120×120 interpretava il granigliato con una superficie strutturata ad hoc, tipo croccante di mandorle (gli esperti dicono sia fatto con pressa tradizionale)… ma nella foto si vede male (ahimè). L’ultima foto è una provocazione: è il pavimento del padiglione 19 come appare sotto la moquette (!!).
CEMENTINE, CHE PREZZEMOLINE
Alzi la mano chi non ha le cementine! Questa tipologia di fondo decorato è un po’ come il prezzemolo, sta bene dappertutto e la troviamo dappertutto.
Partendo da disegni tradizionali – che si replicano quasi uguali nelle gamme dei diversi brand – i motivi si allargano aggiungendo ispirazioni etniche e grafismi classici (Elios). L’assortimento è utilizzato sia come decorazione trasversale, che si abbina a diverse collezioni ed effetti (legno, pietra, cemento) oppure integrato in serie con fondi che esplorano il tema del granigliato, del cemento e non solo.
Monosoggetto e multisoggetto: come è noto, il concetto di “cementina” prende spunto dai pavimenti in graniglia di cemento, otto-novecenteschi. Le ceramiche lo propongono sia nella più elegante versione monosoggetto, sia con mix multisoggetto che simulano mattonelle di recupero eterogenee, anche con decori dall’aspetto “spaiato” che rappresentano porzioni di moduli.
Cercando interpretazioni più originali, lo stesso concetto è stato applicato anche a decorazioni più geometriche e stilizzate, quasi effetto stencil (Ragno, Fioranese).
Foto 1 Elios. Foto 2 Veneto. Foto 3 Edimax. Foto 4 Unicom. Foto 5 Ragno. Foto 6 Marca Corona. Foto 7 Fioranese. Foto 8 Revoir Paris.
Da segnalare altre interpretazioni più libere dei pattern “cementina” in combinazione con il marmo black&white, in particolare Kale, con esagone elegantemente stilizzate e Gruppo Romani (nell’ambito di una serie che esplora varie interpretazioni e finiture del marmo, lucido e rettificato o anticato con bordi scolpiti.)
Foto 1 Kale. Foto 2 Gruppo Romani.
DECLINO DEL DECORO
Vagando per gli stand principali si vedono pochissimi “decori” nel senso tradizionale-ceramico del termine.
Da tempo il concetto tradizionale di decoro da rivestimento, e in particolare come terzo fuoco, sembra in via di progressiva estinzione dalle gamme ceramiche italiane. A ciò contribuisce l’abbandono delle tecnologie produttive tradizionali da rivestimento in favore del gres porcellanato che caratterizza l’industria italiana.
Termini e prodotti come listello, greca, singolo, floreale, geometrico, decoro-bagno e decoro-cucina che un tempo dominavano le pagine dei nostri cataloghi e i muri dei nostri stand sono quasi dimenticati, restano nelle gamme di aziende egiziane o spagnole che si rivolgono a un target economico-culturale più basso e hanno ancora una discreta quota di monoporosa o bicottura.
Non è solo un fattore produttivo ma una evoluzione del design e dello stile. Si è affermata una logica più evoluta del coordinato ceramico che offre fondi decorati o a contrasto per pareti e quinte: si accostano colori, mosaici o fondi decorati, giocando a contrastare volumi e pareti per valorizzare l’architettura e l’aspetto dell’ambiente, mentre un tempo si “decoravano” le superfici con listelli e decori, caricandole di orpelli più o meno kitsh. La logica funziona per la stanza da bagno ma anche per la cucina (qualcuno avrà ancora in cucina gli agghiaccianti 10×10 marroncini, decorati col mix di macinino da caffè, castagne, cesto di melagrane).
Questa evoluzione ha tolto alla percezione comune della ceramica quel senso di dozzinale e pacchiano, che proprio non piaceva ad architetti e arredatori. Gres porcellanato e ceramica non sono più visti dal progettista come un ripiego salva-budget, ma siedono al tavolo delle “scelte intelligenti” per il vantaggioso rapporto design-praticità-affidabilità-costo.
VALORIZZARE LA MATERIA CON LE STRUTTURE
La tecnologia di decorazione digitale su ceramica – è noto – permette di applicare la stessa veste grafica su piastrelle piatte ma anche a superfici con rilievi, siano essi una simulazione di pietra a spacco ma anche motivi decorativi geometrici in bassorilievo.
Questo concetto si riferisce in particolare a tutta la “terra di mezzo” dei formati classici da pressa, escludendo le grandi lastre che hanno qualche limite nella struttura di superficie. La combinazione tra pressatura tradizionale e stampa digitale offre diverse opportunità creative, con prospettive in buona sintonia con l’attuale evoluzione del gusto.
Lavorare sul rilievo, sulla tridimensionalità della struttura e non sul colore permette di valorizzare e caratterizzare la materia ceramica mantenendo il design grafico uguale al fondo “liscio”. Il tutto resta visivamente “discreto” ma dal punto di vista tattile aggiunge agli ambienti un feeling speciale, molto vicino alla sensibilità moderna, che ama, apprezza e ricerca le sensazioni tattili e materiche.
Ugualmente, al variare della luce le strutture si mostrano o si nascondono in modo dinamico, aggiungendo un ulteriore piano di sensazioni visive, sempre raffinate e discrete.
Appare quindi in sviluppo il concept di aggiungere alle superfici- base o tradizionali (liscia o effetto pietra) altre strutture con una valenza spiccatamente decorativa o semplicemente materica. Le strutture si combinano in tinte abbinate o monocrome utilizzandole come quinte a contrasto ma anche come decori per nicchie o fasce.
Interessante il progetto Emilgroup che vede 6 diverse finiture divise tra 2 collezioni coordinate, dove spicca l’originale finitura “cage” … ma gli esempi sono molti, con strutture che assumono un ruolo decisamente decorativo, soprattutto nei rivestimenti.
Foto -1-2-3 Emilgroup. Foto 3-4-5 NovaBell. Foto 6-7 Italgraniti. Foto 8-9-10 Porcelanosa. Foto 11 Marca Corona
EFFETTO LEGNO, SI RIPARTE DAL CLASSICO.
Rispetto agli scorsi anni, negli stand sembrano meno martellanti le collezioni effetto legno, anche per una oggettiva saturazione delle tipologie realizzabili. Dopo aver sperimentato mille varianti (legno di recupero, vintage, piallato, invecchiato, pitturato, fossilizzato, cementato, bruciato) si torna a proporre soluzioni “normali” dal look semplice e naturale (Sant’Agostino, Mirage, Marca Corona). Originale il “legno oliato” sempre di Sant’Agostino e le superfici multiple di Emilgroup.
Foto 1 Sant’Agostino. Foto 2 Marca Corona. Foto 3 Emilgroup.
CROSSOVER E COMBINAZIONI: UNO PIU’ UNO FA TRE.
La combinazione di materie e collezioni genera spesso risultati interessanti, soprattutto nella piattezza estrema delle fonti ispirative generali (legno-pietra-marmo-cementine-maioliche = il 99% dei prodotti esposti).
Nell’esposizione, le proposte di combinazione risultano spesso gradevoli e di buon impatto vivacizzando il colpo d’occhio.
Tra le situazioni che abbiamo visto, appare ampia e strutturata la proposta di Kale Group (sia nei prodotti che nella esposizione) e soprattutto Terraquea di Provenza/Emil che in una sorta di installazione rappresentava (se abbiamo ben capito) i due materiali combinati nella collezione (terre e maioliche) con le radici e il fusto di un albero, incastrati rispettivamente nel soffitto e su una parete dello stand.
Sempre di Emilgroup è il cassettone che combina legno e maiolica, mentre Marca Corona visualizza con efficacia accordi cromatici tra tipologie e formati diversi.
Foto 1-2 Kale Group. Foto 3-4-5-6 Emilgroup. Foto 7 Marca Corona.
DUE CENTIMETRI DI STABILITA’
Dopo la crescita travolgente degli scorsi anni, il segmento del gres 20mm per esterni si va stabilizzando. Sui canali ceramici (e negli stand) è in esaurimento la fase di evangelizzazione didattica (dove ti devo necessariamente spiegare che si posa su cemento, “piedini”, ghiaia, sabbia ed erba che al mercato mio padre comprò).
Altro discorso i canali extraceramici, dove si deve spiegare anche cosa è il gres porcellanato ma non è Cersaie.
La maturità del prodotto non vede più il duecentimetri come il “must-have” che se non ce l’hai sei uno ”sfigato”, il mercato sta determinando l’equilibrio logico tra chi produce (e punta forte sul prodotto) e chi “semplicemente” distribuisce,e quindi utilizza il 20mm come completamento di gamma. Esistono anche (pochi) brand a forte valore aggiunto che propongono design e applicazioni di alto profilo e originalità.
I “produttori” di 20mm danno il giusto risalto negli stand focalizzandosi sull’estetica (Castelvetro) ma soprattutto potenzialità applicative “non-solo-pavimento”: panche, tavoli esterni con tanto di barbecue, staccionate, piscine,posa tipo decking. Si diffondono i ministand (non troppo mini) specifici sugli spessorati. Apripista fu Mirage da un paio d’anni almeno, quest’anno spiccava lo spazio di Atlas Concorde, molto curato (che utilizzava il retro come area-accoglienza-privé) e lo spazio creato da NovaBell, dove era esposto il formatone 60x180x2 ( dove se non ricordiamo male, una lastra pesa sui 50 kg). Questa misura apre prospettive interessanti andando a cercare applicazioni nuove, dove la concorrenza si sente meno, mentre sul basico 60x60x2 la competizione è agguerrita. Del super-spessore Saxagres parliamo altrove.
Foto 1 Atlas Concorde. Foto 2 Saxagres. Foto 3 NovaBell.
6. COSA CI E’ PIACIUTO
LA VERA CERAMICA, MATERIA E COLORE.
Tra le proposte che in assoluto abbiamo trovato più originali e gradevoli segnaliamo diversi rivestimenti (molti in monoporosa) con rilievi geometrici dal design moderno e materico, spesso enfatizzati da una finitura satinata molto moderna e touch con colori in tinta unita.
Nell’ambito di questa “ceramica che fa la ceramica” abbiamo visto tanti prodotti interessanti, moderni, di buon gusto e autentici. Naturalmente le prospettive di vendita/fatturato sono da valutare a parte, ma il livello è ottimo in tante aziende (alcune non fotografate perché lo stand era NO-PHOTO).
Da citare sul medio formato Marca Corona (in uno stand ricco di diverse belle proposte ben presentate). Porcelanosa (idem, un plauso alla superficie molto matt e molto a rilievo), menzione anche per Atlas Concorde e altri brand su formati più piccoli (Tonalite, Prismacer).
Foto 1-2-3 Marca Corona. Foto 4-5 Porcelanosa. Foto 6 Prismacer. Foto 7 Tonalite.
7. GLI STAND: OVERVIEW E NOMINATION
Generalmente il livello medio è sempre buono con stand curati, corretti, ben fatti, anche per i brand di fascia media. Gli stand “tristi” sono sempre meno e solo in periferia.
Continuando la tendenza vista allo scorso Coverings (USA) il gap tra stand italiani e spagnoli si va riducendo. Per molti brand esteri non si nota più lo “stacco” che c’era in passato, prodotti ed esposizione sono allo stesso livello degli italiani.
Poco spazio all’impatto scenico, si privilegia (forse troppo) l’esposizione del prodotto, quindi non è facile colpire o attirare l’attenzione dei passanti, se non si è un brand di punta. Alle consuete necessità espositive (pavimenti-rivestimenti) si aggiunge l’utilizzo didattico delle lastre con tavoli, piani cucina, che pone ulteriori vincoli all’architettura degli spazi.
Nel generale livellamento verso l’alto, erano poche le realtà che emergevano con mise-en-place particolarmente impattanti, creative, originali. Di seguito alcune nostre “nomination” in ordine sparso. Chiaramente nella spettacolarizzazione, chi punta su pochi prodotti è avvantaggiato rispetto a chi deve ambientare diverse gamme.
Iris Ceramica. Punta su pochi prodotti, ben valorizzati. Look “cabine da spiaggia” a strisce, inconsueto e originale, anche coraggioso perché mostra il prodotto in un contesto dove non andrà mai.
Emilgroup
Due idee che combinano spettacolarizzazione e funzionalità. Gli arredi fissati alle pareti non sono 100% inediti ma liberano spazio in pianta, sono scenografici e attirano l’attenzione sui manufatti rivestiti in ceramica come la vasca da bagno. Stesso discorso per gli arredi mini-maxi: porte, lavabo, arredi, top cucina troppo piccoli o troppo grandi. Sono al contempo accattivanti e funzionali. Nella stessa area anche la trovata albero/radici di cui parliamo altrove.
Saxa Gres
Una realtà aziendale dalle caratteristiche particolari con questo Grestone “nuova pietra” pensata per le pavimentazioni urbane e in particolare un “sanpietrino” con spessore da 4,5 a 6,5 cm. Grestone è coperto da 3 brevetti, la materia è un mix di Gres porcellanato e fino al 30% di materiali inerti provenienti da rifiuti urbani. Il ciclo produttivo della fabbrica di Anagni (Frosinone) è spiegato in grandi pannelli “the circular factory”. Lo stand aveva un solo ingresso che conduceva ad una piazza centrale, dove due grandi specchi uno di fronte all’altro creava l’illusione di una strada senza fine. L’effetto era molto realistico.
Marca Corona
Uno spazio molto gradevole ed equilibrato dove l’originalità dei prodotti, dei formati e delle composizioni crea una identità visiva originale e coerente, che si differenzia dal look un po’ uniforme e tutt’uguale dei padiglioni. Migliorando decisamente rispetto al passato, i complementi d’arredo non soffocano il prodotto ma lo accompagnano e valorizzano.
Piemme
Ci è piaciuto questo stand che unisce originalità e funzionalità. Certamente non sfarzoso ma con una architettura distintiva e identificabile, che non penalizza, anzi esalta le funzionalità operative. Al centro la “casa” al cui interno sono le ambientazioni. Ai lati della “casa rossa” la zona lavoro-sedute. L’intero perimetro è una galleria espositiva con il consueto sistema di pannelli multiformato in appoggio.
Anche i prodotti esposti avevano parecchi spunti interessanti e non banali. Infine, a differenza di tanti stand con minacciosi cartelli “no photo” questo invitava esplicitamente al “click & share” (ma, accidentaccio, mancava l’hashtag!)
Ceramica Sant’Agostino
Siamo di certo un po’ banali nel dire che lo stand Ceramica Sant’Agostino è sempre in zona medaglie. Stile, buon gusto e misura ne assicurano matematicamente la citazione nel “cosa hai visto di bello” delle chiacchiere da fiera.
Molto riuscita la zona bar ed emozionante la collezione Vita che è un trionfo di colori e mediterraneità, il livello dei prodotti e della presentazione è sempre esemplare. Apprezzabile la volontà di raccontare qualcosa in più sul mood ispirativo delle collezioni.
8. MACEDONIA FINALE E TILADVISOR
Macedonia finale
In coda, di quest’anno restano ancora da citare il gran parlare degli esperti sulla “vena passante” delle maxi-lastre Fondovalle spesse 2cm, ma anche sui sampietrini in porcellanato-mix con spessore 6,5cm della Saxagres.
Ci è piaciuto lo stand Novoceram che è sempre una sorpresa, meno male che esiste. I cubetti della Unicom, simpatici e pratici, le due lavatrici della Ragno, mai viste in fiera.
Negli occhi ci sono rimaste anche tante venature di marmo Calacatta-macchia-aperta, che sembrano ecografie ginecologiche o simboli satanici degni di Dan Brown e la cinese che si è portata l’indispensabile cappello rigido parasole da casa.
Foto 1 vena passante Fondovalle. Foto 2 Saxagres. Foto 3 Novoceram. Foto 4 Unicom. Foto 5 Ragno. Foto 6 simbologia marmistica. Foto 7 Cappello parasole.
Ringraziamenti e “tiladvisor”
Ringraziamo davvero di cuore tutti quelli che ci hanno accolto, ospitato, sopportato, sfamato e dissetato (diverse volte).
Sentiamo il bisogno di abbandonarci ad alcune nomination gastronomiche speciali, in ordine rigorosamente shakerato e criptato (mettiamo solo le iniziali!)
– le tigelle fragranti e profumate di GG
-il timballo di riso e il prosecco (in bicchiere di vetro) di IG
– il delizioso e raffinatissimo finger food di KG
-il prosecco eccellente e ghiacciato di NB
– la sublime granita alla pinha colada, moscow-mule e le bollicine da buongustaio di IC
– le torte fragranti (su vassoio ceramico) di CSA
– l’aperitivo con grilli e insetti fritti IC
– il tradizionale e irrinunciabile long-happy-hour con brindisi di fine Cersaie fino a farsi sbattere fuori dal padiglione con ragazzi di T
– il parcheggio multipiano dove siamo stati gli ultimi ad andare via
Foto 1 timballo di riso. Foto 2 finger food. Foto 3 aperitivo con insetti fritti. Foto 4 pronti per il brindisi finale. Foto 5 la fiera vuota. Foto 6-7 ultimi a lasciare il parcheggio. Foto 8 saluti.
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