REPORT CERSAIE 2025
Ecco come promesso il nostro ufo.report dedicato a Cersaie 2025.
Capitolo Zero
COSA, PERCHE’ CHI, ANSIA.
COSA È? Un racconto informale “a modo nostro” di quello che abbiamo visto e sentito frequentando la fiera e i fieraioli. Il tono è affettuosamente ironico, le immagini prese al volo sono 100% caserecce (senza deep fake) e le opinioni 100% soggettive. Ci sforziamo di essere indipendenti e neutrali, senza privilegiare amici e clienti, altrimenti il report perderebbe di significato.
PERCHÈ LO FACCIAMO? Fa parte del nostro lavoro guardare più cose possibile e informarci su tendenze e design. Da quel che abbiamo visto nasce il report, in pratica è un’attività di volontariato che offriamo come ringraziamento al mondo della piastrella, che ci dà pane e lavoro. Abbiamo iniziato per gioco con quattro righe per 4 clienti-amici (al bar). Grazie al passaparola gli amici si sono moltiplicati in lungo e in alto, anche a nostra insaputa, ma siamo felici di averne di nuovi. Spoiler: per consolare i cronici ceramic-addicted, abbiamo sinterizzato il sito no-profit ceramistianonimi.com e la sua pagina instagram.
CHI SIAMO. Ufo.adv è un’agenzia specializzate nella comunicazione per ceramica e interior design, che sviluppa internamente tutto quel che serve per comunicare (bene): ambienti 3d, grafica, foto, video, web, merchandising, strategie e testi. Puoi vedere qua (ufoadv.it) un po’ di cose che facciamo, anzi dovresti.
Ansia (da prestazione). Grazie ai tanti(ssimi) che ci hanno salutato tra i padiglioni precisando che aspettano il report, alimentando in noi una certa ansia da prestazione. Grazie anche ai molto autorevoli protagonisti che ci hanno dedicato il loro tempo, idee e impressioni (a patto di rimanere anonimi) ne siamo onorati.

Capitolo 1
PANORAMICA A VOLO DI DRONE (E SANDRONE)
PANORAMICA A VOLO DI DRONE (E SANDRONE)
ANTEFATTO: SAFARI TRA I BIG FIVE
In Africa, ogni mattina il turista parte per il safari sperando di vedere i big five (leone, rinoceronte, elefante, leopardo e bufalo). A Cersaie, ogni mattina il visitatore parte per il safari sperando di vedere qualche nuova idea che vada oltre i classici big five (effetto marmo, legno, pietra, granigliato e cemento).
La domanda 2025 è: c’è vita oltre i 5 “effetti” che monopolizzano il gres? La risposta è ni.

VENDING, BRANDING, PETTING.
Una delle frasi più ricorrenti è “bisogna ripensare il concetto di fiera”. Ma di fatto è già così, il Cersaie degli anni ruggenti, dove l’imperativo assoluto era vendere palette con la mitica “offerta fiera” sta inesorabilmente andando in pensione assieme agli ultimi eroici gladiatori del “copia commissione” con gli ordini scritti a biro in carta carbone.
Produrre in Italia impone di stare nella fascia alta del mercato. Il prezzo medio del made in Italy è 4-5 volte quello asiatico, difficile raccogliere senza aver seminato, irrigato (con prosecco) e fertilizzato (con lasagnetta).
Nell’alto di gamma la materialità del prodotto è una frazione del valore intangibile che si consolida attorno al brand (prestigio, design, emozione, servizio, affidabilità, credibilità, ma anche sostenibilità e valori etici) e che si costruisce nel tempo. I brand “premium” dialogano tutto l’anno con progettisti, costruttori e retailer per fare dell’azienda un partner con il quale condividere una visione e un percorso.
Come ci confermano autorevoli esponenti, le relazioni interpersonali e le sensazioni visive sono ancor oggi determinanti, è importante incontrarsi in fiera (o nei paraggi, se la fiera c’è ancora) per confrontarsi, valorizzando al meglio le collezioni e la filosofia del brand, impossibili da materializzare efficacemente in altri paesi e continenti.
MENO GRASSO, PIÙ SALUTE.
Negli ultimi anni si registra una graduale stipsi nell’uscita di nuove collezioni, leggibile come sintomo di una evoluzione fisiologica. Le recenti dinamiche stanno sgonfiando il bulimico imperativo di lanciare a ogni fiera tante nuove serie come espediente principe per sollecitare l’appetito alle vendite.
E’ preferibile lavorare con oculatezza per consolidare un programma di offerta che caratterizzi e identifichi il marchio nel tempo: più muscoli e meno grasso.
Il diffuso processo di riorganizzazione delle gamme con raggruppamenti, crossover, intrecci e famiglie di prodotti più strutturate e caratterizzate va in questa direzione. In fondo tanti mitici brand di arredamento prosperano da decenni grazie ai grandi classici.
Se poi la fiera diventasse biennale, si allungherebbe l’aspettativa di vita dei prodotti e il bilancio recupererebbe prezioso ossigeno, al giorno d’oggi salvifico per qualche azienda col fiato corto.
Breaking news 2025: l’argomento n.1 contro la biennalità era che un’altra fiera poteva farsi largo nell’anno buco. Ora che il Cevisama è stato suicidato, sarà la volta buona per il miracolo?
LE CIRQUE DU SASUEIL
Fedeli al motto “lastrem et circenses” anche nel 2025 gli investimenti e la creatività hanno sfavillato in ambito entertainment, con spettacoli di varietà sempre più ricchi, che spaziano dal Cirque du Soleil alle Folies Bergère.
Non bastano più dj-set e orchestre danzanti per scatenarsi in reggaeton e trenino (a-a-a-far-l’amore-comincia-tu): ecco gli acrobati mangiafuoco, i corpi di ballo, i videomapping e light show. E ancora, fragorosi giochi pirotecnici che per tutte le giornate della tile-week all’ora di cena davano l’allarme ai Sassolesi (che infatti si allarmavano con inevitabili polemiche sui social). Se a Parigi hanno il Moulin Rouge, a Sassuolo rispondiamo con il Crogiol Blanc. Ma non tutto è aperifesta circense e danzante, altri brand prediligono una elegante sobrietà con sofisticate food-experience e intrattenimento colto, abito da sera e memorabili uova di quaglia tartufate al suono di arpe celestiali.
PS: di tutto questo ben di Dio le immagini sono assenti in quanto si tratta di eventi privati riservati agli Only Fans.
MIX & MAH
Se boccheggiano le autentiche novità, la soluzione è giocare sugli abbinamenti. Sono parecchie le collezioni nate-abbinate (o “supposte” tali) ma si sospettano anche gang bang estemporanee.
La ricetta è 2-3 texture (sorelle, cugine, o gemelle) apparentabili nel colore o nel disegno.
Oppure, in altri casi, serie che nel look non sono neanche parenti, ma descrivono un medesimo lifestyle. È una strategia win-win dove 1+1 fa 3, ma visualizzare i potenziali millemila abbinamenti in modo intuitivo e digeribile non è semplice, il visitatore arriva sempre frastornato e girella nello stand in un battito di ciglia. La complessità non rende troppo: non siamo al less-is-more, ma chi ha privilegiato il poc-ma-bel, ambientando le combo migliori sollecita meglio l’amore a prima vista.
IL TRONO DI BARRE
Nel Circo Massimo della ceramica, è sempre competizione: chi ha il formato più lungo, la pressa più potente, la show room più chilometrica. E il suv più mastodontico al bar (ma elettrico). Sui maxi formati siamo in stallo: le dimensioni non sono tutto. Ma con la rivoluzione digitale 8.0 si apre un nuovo fronte: la corsa al trono di barre (digitali). Per i profani, parliamo di aggeggi installati sulla linea di decorazione delle piastrelle, per applicazioni controllate e/o sincronizzate digitalmente.
In sintesi, più barre hai, più sei figo. Ma la verità è che bisogna saperle usare (senza parallelismi da caserma).
In principio dell’era digitale con 4 barre eri the king of the world. Poi è scattata l’azione tentatrice dell’indotto sassolese (e spagnolo) quindi …vuoi-non-avere la barra del glossy e la colla e graniglia? Lo starter-pack di barre sale a 8. E poi sono 12 (doppio colla e graniglia con ri-colla e ri-graniglia).
La competizione si imbizzarrisce. Se rinnovi l’impianto vuoi non aggiungere altre barre per darti più tono sul mercato? Nuove barre per riservante, affondante, botox, polvere di stelle, fermenti lattici e ormoni abbronzanti, pare che ora si viaggi a 24 barre, oltre il muro del suono.
Ovviamente i prodotti multi-barricati sono più fighi e i venditori gonfiano il petto: “Il tuo travertino è sfigato, è barricato solo a 8 barre, il mio è barricato a 18 barre, vamolà”. Con graniglia in purezza monovitigno lappata sui lieviti.
GREEN POWER E FAST FASHION
L’oneroso lavoro che il made in Italy sta portando avanti per continuare i progressi in ambito ESG (Environmental Social e Governance) è cosa buona e giusta, non solo eticamente ma anche in chiave business (ci confermano autorevoli esponenti). Se l’impegno green non sempre trova spazio negli stand (salvo qualche eccezione retroilluminata, come Frassinoro-Gresmalt) è anche perché non “fa vendere” da solo.
Ma senza queste certificazioni sei fuori dai progetti che contano e da tante realtà distributive. Questo vale in ampie fasce di mercato, dagli immobili più lussuosi ai prodotti per la GDO. L’empatia tra brand, progettisti e distributori (e mettiamoci anche i consumatori consapevoli) passa attraverso una condivisione di valori. Esisterà anche un fast-fashion senza scrupoli anche per la piastrella, ma quello non è pane per i nostri denti.
Capitolo 2
ZOMPANDO A ZIG ZAG TRA LE ZERAMICHE
ZOMPANDO A ZIG ZAG TRA LE ZERAMICHE
50 SFUMATURE DI BEIGE
La sensazione generale è un atterraggio verso tonalità tenui, neutre e naturali: dal beige al bianco caldo, dal tortora al talpa e al grigio-perla, creando atmosfere rassicuranti (vedi Bon-ton Gardenia-Abk) oppure mood naturali con sfumature calde e terrose, compreso qualche tonalità pesca ripescata (dagli anni ’80). Forse una reazione ciclica dopo stagioni di grafiche accese, ma più probabilmente un desiderio di armonia e serenità come risposta alla situazione di incertezza globale, con le news quotidiane che non alimentano grande ottimismo e neanche il mercato.
Se i formati mainstream in gres si orientano verso tinte soft e superfici naturali, non mancano colori accesi e vivaci nei brick e piccoli formati abbinatutto o a completamento dei tanti progetti-colore che fanno da spina dorsale alle gamme aziendali. Si rivede il marmo bianco, ma in fondo non se n’era mai andato per davvero.

MUMBLE MUMBLE: CRUMBLE!
Ciottolini-ciottoloni, ghiaietta e terrazzo 2.0 sono il grande fil-rouge (o meglio fil-greige) del 2025.
L’obiettivo è il rilievo sincronizzato, espediente per favorire le applicazioni colla e graniglia, che upgradano lo status commerciale del prodotto.
Ce n’è per tutti i gusti, dal ceppo-inceppato al mini-ghiaietto monocromo, dal terrazzo diradato alle pietre-marmo a pezzettoni. Ripescate dal recente passato le soluzioni a frammenti sparsi.
Idea di tanti (si saranno parlati?) le gamme di trittici o dittici, con grafiche a scalare: microtexture di riposo, frammenti diradati, frammenti fitti o maxi pezzature.
Deliziosamente ironico il progetto Moooi / Abk con frammenti di guscio d’uovo (e decorone con pernice o gufo gigante) parte di una articolata gamma di ispirazione ornitologica. E’ nato prima l’uovo o la gallina (in realtà gufo e piccione)? Non si sa, ma bravi lo stesso.
EVOLUZIONE STONE: DALL’ IMITAZIONE ALLA RIELABORAZIONE
Nel grande fiume dell’effetto-pietra l’approccio si sta indirizzando (alleluja) dalla copia ultra-fedelissima di pietre esistenti verso una logica di rielaborazione, prevalentemente attenuando il disegno, anche per lasciare spazio all’arricchimento digital-materico.
Pure qui si manifesta una tendenza – crumble con grafiche sbrecciolate, anche in versione liscia free-dry-fix. Si mette in stand-by (finalmente) l’argomentazione della “fedelissima riproduzione della pietra di Vattelapesca” che ci ha costretto per anni a masticare le più bizzarre nomenclature geologiche.
Questo non vale per l’effetto marmo dove il riferimento esplicito a marmi esistenti è ancora indispensabile, sottintendendo (ahimè) che il prodotto ha valore e bellezza in quanto copia di.
C’E’ VITA OLTRE I BIG FIVE
Gettando il cuore oltre il recinto dei soliti 5 “effetti” sbocciano qua e là superfici che non fanno preciso riferimento a materiali esistenti ma esprimono un sapore naturale o di manufatto con una speciale attenzione al feeling tattile. Effetti handmade terrosi o granulosi si affiancano o alternano con microtexture e geometrie pseudo irregolari. A volte si parte da terre e terrecotte, altre da una genesi creativa (come Canve di NovaBell con D. Ramazzotti). Ovviamente si sfruttano gli ultimi ritrovati tecnici con esecuzioni anche sofisticate e superfici che stuzzicano l’occhio e le carezze dei progettisti (grandi toccatori). Sempre fuori dal perimetro dei 5, non mancano come ogni anno prodotti completamente outsider o quasi, come il cotto mantovano da ErmesAurelia (Vertigo) e le rielaborazioni in chiave animalier da 41zero42 &c in combo con superfici tuttocolorissimo.
VEIN CUT – CROSS CUT
Fluisce incessante l’onda lunga del travertino, liscio, in lastra, al contro e al verso, con finiture 3d leggere o a forte rilievo (del Conca). Intrigante la riproposizione dello schema vein cut + cross cut applicato (attenuato) ad altre tipologie di pietra, come in Mirage Noriven o (ancora più soft e stilizzata) da Caesar, che aggiunge al duo un pebble.

SOFT SLAB
Nell’area grandi lastre (le hanno quasi tutti) si esplorano soluzioni da affiancare all’immancabile mega-famiglia di marmi. Resina, terracotta, pietre desaturate, spesso in varianti multi-finitura e accompagnate da formati compatti. In decelerazione onici e lastre chiassose, con qualche colpo di coda di finto-retroilluminato e marmi strong per fare scena nei pannelli da reception. Si riprendono il palcoscenico i marmi bianchi tra classiconi (Italgraniti) e nuove proposte (Iris Ceramica Group).

OCCHIO (E DITO) AL DETTAGLIO
Se le applicazioni digital-materiche determinano i prodotti di serie A1, occhi esperti sanno scoprire la differenza tra esecuzioni più essenziali ed altre più sofisticate (nisciuno è dry-fess). In fondo la potenza è nulla senza controllo, vedi il lavoro di affinamento sulle superfici e sulle lappature (Sant’Agostino, Novabell, Lea). Negli stand è strategico incentivare la visione e palpazione ravvicinata curando l’illuminazione. Per ogni evenienza, il venditore-pro ha la torcia elettrica nel taschino.
LEGNO SNODATO E SVENATO
Dopo la scorpacciata di roveri del ’24, si accucciano le proposte ispirate al legno. Quest’anno si notano versioni con venature attenuate, quasi stilizzate e senza nodi. Posa anche a rivestimento (una tendenza vista alla Milano design week). Se vogliamo, è la stessa logica vista per l’effetto pietra; attenuare e alleggerire. Non mancano gli outsider con proposte fuori(ssimo) dal coro (Ermes Woody). Frequenti decori, mosaici e combo con “mix di effetti” tra cui legno.
BRICK & ROLL
Il mattoncino non è moda passeggera, si conferma alla grandissima come categoria continuativa grazie alla versatilità e mix-appeal: si abbina con tutto e sta bene posato dovunque. L’upgrade sono i formati lunghi e sottili, con ampie gamme cromatiche (vivaci – pastello – natural) in superfici lux e matt stavolta anche puntinate. In fermento i rilievi bombati o in forme decorative ma anche strutture con effetto pietra.
PICCOLO È BELLO, NON SOLO QUADRELLO
Non delude il florilegio primaverile di piccoli formati, che coraggiosamente tengono alta la bandiera della ceramica-ceramica e vivacizzano gli stand. Accanto ai tradizionali quadrati e rettangoli (in mille colori) si affacciano nuove forme creative, anche irregolari oppure tonde, oppure con forme a rilievo.
GEOMETRIE DECORATIVE
Che sia effetto marmo, colore o texture miste, in alternativa alle superfici sobriamente continue che dominano tanti stand, si trovano trame geometriche di piccolo formato anche abbinando colori o materie, che offrono una lettura degli spazi radicalmente diversa. Per i rivestimenti, le geometrie decorative lavorano anche in monocromatico con rilievi decisi (Atlas C.). Altre volte i rivestimenti presentano volumi quasi architettonici, con forme e maxi rilievi possibili solo grazie a una produzione artigianale (Skultura di Elios).
Requiem per wallpaper e fiori, non pervenuti o nel retrobottega. Di una categoria a parte, le gelosie stanno un po’ meno in evidenza, e poi sono più un elemento strutturale che un rivestimento.
CANNA-BIS
Tra i moduli decorativi a rilievo, il cannettato vince a mani basse, confermandosi un classicone delle gamme “importanti”. Nato in orizzontale, ora è proposto anche in verticale, da solo in boiserie h120 ma anche come zoccolone su cui sovrapporre ad esempio fondi lucidi e colorati. Canna grossa per la monoporosa, cannolicchio per i rivestimenti in gres, rigatino per l’effetto pietra.
Capitolo 3
TAP TEN DUEMILA25
TAP TEN DUEMILA25
Come da tradizione concludiamo con la nostra tap ten, un po’ seria e un po’ no.
1.PORK PARK
Appena arrivati, il benvenuto: la tariffa del multipiano sale a 24 euri. Si dice che il rating sia agganciato alla quotazione dell’oro a Wall Street. Per intenderci un lavaggio auto interno esterno costa sui 20-22, qui non danno neanche una spolverata. Chissà se l’aumento ha favorito le iscrizioni al corso di Bibbia promosso da impeccabili evangelizzatori all’uscita parcheggio, accanto al camion-porchetta e al chiosco-spremi-melagrana.
Per addolcire la pillola (anzi la supposta) va ricordato che l’ingresso a Cersaie è gratis mentre, ad esempio il salone del mobile tiene lontano i curiosi con tariffe da concerto dei Cold Play.
E comunque al Cersaie niente Kiss-cam, le coppie di fatto possono stare tranquille: le storie da fiera restano in fiera.

2. OUTFIT VENDORS
Tra i venditori prosegue la transizione dai look wedding-party (ad alta performance di vendita) verso uno smart-casual più rilassato. Per lui, sneaker bianco-abbagliante, camicia aperta e giacca o abito per i più dandy (e air-pods always on). Chi viene sorpreso con sneaker vecchie e zozze viene accompagnato all’uscita. Per lei: scarpa semi-comoda, blazer comfort e pantalone ampio (più aderente per le fitness-addicted rampanti).
Per fortuna ci sono feste e cene dove rispolverare l’outfit buono: per lei, abiti da sera e paillettes, con aperture tattiche sui tattoo: retro collo, retro braccio, caviglie. Per lui: mocassino scalzo in pelle di moffetta + giacca trendy con pochette e t-shirt firmata stile “Bread” Pitt.

3. OUTFIT VISITORS
Gli outfit dei visitatori sono da sempre uno show dentro lo show. La varietà è incalcolabile, dal pigiama estivo al fiorato ottocentesco, dal rapper gansta in the ghetto all’abito – tovagliato.
I clienti importanti sono riconoscibili per il look da crocierista in escursione: pantalone morbido cammello, maglia beige, scarpa Hogan e piccolo zainetto, tutto griffato. Più basso il potenziale da studente inter-rail: bermuda o pantafelpa, t-shirt oversize, trolley o maxi zaino (con sacco a pelo) e bottiglie d’acqua nelle tasche esterne. Per i competitor asiatici in scouting, i cinesi di nuova generazione sono vestiti da yuppies mentre indiani & c sono gli unici in abito formale (ma senza cravatta). Infine, un minuto di raccoglimento per i poveri cagnolini trascinati nella maratona-Cersaie con la moquette pronta ad assorbire le inevitabili produzioni degli amici pelosi.
4. TRICK OR TRUCK
I numerosi food truck dislocati tra i padiglioni risolvono il problema della fame nel mondo (fieristico) con una variegata offerta che spazia dal thai al pulled-pork. La tariffazione aspirazionale ti fa sentire come al Twiga di Forte dei Marmi o al bar Suisse di Madonna di Campiglio. Siamo in fascia top non tanto per food e location, ma per il pricing: in confronto i prezzi-monstre dell’autogrill sono roba da Lidl.
A parziale compenso, i truck raggiungono vette supreme di creatività, con un marketing cacio e pepe che un po’ seduce e un po’ inorridisce. Ape Cesare (food truck romano). Il quinto quarto di terza generazione (eredi L. Nigro). Porco Brado (pulled pork) ma anche il Pulled Polp (inglese maccheronico). Consoliamoci con un ghiacciolo impanato e fritto.
5. A CHI PREMONO I PREMI
E’ tradizione che i premi “official” e le menzioni per il miglior prodotto e i migliori stand trovino tutti in completo disaccordo, tranne i premiati. A dirla tutta, la proclamazione booth award di quest’anno con 3 ex-aequo salomonici che non alterano gli equilibri tra i big ha destato forse più stupore che rosicamento, stiamo diventando zen. Tra i prodotti awardati invece pare indiscutibile il progetto Milano Sublime di Coem che riscopre il marmo Candoglia DOP del duomo di Milano in un allestimento-storytelling con tanto di ruderi.
La nostra segnalazione del gadget best-in show va alla valigia rullante e sedente.
6. MESSAGE IN A BATTLE
E’ cosa buona e giusta attribuire allo stand un senso e un messaggio, essendo non più una fiera da mercante in fiera ma di costruzione del valore. Quindi ben vengano i concept. Il messaggio a volte trovava un riscontro concreto nell’allestimento, altre volte era più spirituale. Qualche curiosa ricorrenza nei temi: tra più gettonati i sensi, le sensazioni, la forma, la materia (ah, ma che Cersaie sarebbe senza la parola “materia”!). Tra le soluzioni chiavi in mano, “la chiave” di Quintessenza con il concept che parte dal teaser e arriva all’architettura e forma dello stand, ma anche lo sviluppo di temi inattesi o ironici (la telefonata Sodai). Per restare in tema di concept e messaggi, sempre funzionali le frasi che descrivono e accompagnano le singole collezioni. A volte sintetiche e concrete, altre più fuffose e fumose in stile chat-gptu aiutami tu.
7. HAPPY HOUR
Alcune rinunce agli aperiparty indoor da tempi supplementari confermano il trend- sobrietà, con la defezione di un paio di appuntamenti ormai classici, con l’entusiasmo (a tratti too-much) di un festaiolo pubblico multibrand materializzato dal nulla per l’occasione.
A consolazione degli afflitti, nel 2025 Keradom e Quintessenza hanno raccolto il testimone dell’aperitivo extra-time, con un bel terzo tempo di relax senza eccessi: coraggio, c’è luce in fondo al tunnel.
Pausa di riflessione per gli show-cooking urbi et orbi con diffusione di fragranze da friggitoria, resta qualche discreta spadellata lontano da occhi indiscreti. Di alto livello la degustazione guidata presso Cerasarda in partnership con una cantina Olbiese che presentava La Dama, la cui etichetta riproduce l’omonimo motivo decorativo della ceramica sarda. Giuriamo – per davvero – che passavamo lì per caso. Per il resto, una gestione moderata ma non troppo: qua e là stuzzichini, lasagnette e bollicine si materializzano sottotraccia on demand per members e amici dei members, mentre altri brand scelgono un minimalismo salutistico water&coffee con microbottiglia brandizzata.
8. COS’HAI VISTO DI BELLO
Conferma per un made in Italy mediamente livellato verso l’alto, con spazi ben curati (anche da studi prestigiosi, ben esplicitati). Di anno in anno ci si sfida e ispira a vicenda, nel 2025 forse pochi picchi ma anche pochi pacchi.
Al volo due commenti raccolti qua e là: originale il WOW, ma un wow plenario è stato strappato da IrisCeramicaGroup che ha sorpreso i visitatori con mega immagini che li immergevano in atmosfere fantasy. E benvenuta anche un pizzico di creatività e ironia (merce rara) per farsi ricordare, nella plastica arancio di ErmesAurelia, nella multi-installazione wc di Serenissima-Cir (selfatissima) nei vespasiani di 41zero42. Come ha notato qualcuno, la sfilata di Alessandro Michele – Valentino ha elevato a glamour persino la location-wc, sdoganandola anche da noi, se son vasi vaseranno.
9. ZENC YU EVERIBODI
Se leggi questa frase significa che sei arrivato fin qui a leggere questa frase.
Ottima capacità di concentrazione, i neuroni sono ok! Grazie a te e grazie a tutti quelli che ci hanno accolto, spiegato, dissetato e mostrato con giusto orgoglio le loro creazioni, non dimenticheremo che dietro a ogni stand c’è un dannato lavoro e tanta fatica.
Tre stelle Michelino (il parcheggio haut-de-gamme) al delizioso ghiacciolo della NovaBell (patrimonio immateriale dell’umanità). Commossa gratitudine al board of tri-rectors di Tonalite per la francescana pazienza e accoglienza. Un grazie grandissimo a chi ci ha ricaricato con ottime bollicine permettendoci di continuare la perlustrazione (non funzioniamo ancora a idrogeno verde ma ci stiamo lavorando).
10. TEMPI SUPPLEMENTARI
Nelle settimane post fiera abbiamo la piacevole usanza di condividere un caffè o una pastasciutta con qualche ceramic-addict per raccontarci senza filtri le reciproche impressioni, se vuoi venirci a trovare e fare due chiacchiere sei il benvenuto. E sì, abbiamo appena ristrutturato la sede apposta per te.































































































































































































































































































































































